L’aumento costante delle minacce informatiche, sempre più frequenti anche tra piccole imprese e studi di settore, e l’estensione del perimetro aziendale oltre i confini dell’ufficio, hanno evidenziato negli ultimi anni quanto sia importante il tema della sicurezza informatica.
Il numero crescente di attacchi informatici a enti e istituzioni nei mesi scorsi ha influenzato anche la sfera emotiva ed i comportamenti degli italiani: tuttavia, sebbene le aziende siano ora più propense ad implementare vere e proprie strategie di cybersecurity, gli utenti risultano non ancora sufficientemente sensibilizzati al tema della protezione dei dati ed alla consapevolezza sociale sulla cyber-sicurezza, dei rischi che possono correre non adottando le corrette misure di prevenzione agli attacchi informatici.
Scoprine alcuni!
L’85,9% degli italiani dichiara di preoccuparsi della sicurezza dei propri dispositivi informatici e di questi il 58,8% adotta alcune best practice per prevenire eventuali minacce, mentre il 27,1% degli utenti afferma di non intraprendere alcuna azione di prevenzione concreta in merito.
Ad oggi, circa 7 italiani su 10 dichiarano di:
🔐 proteggere i propri dispositivi informatici utilizzando una password per il wi-fi di casa
🔐predisporre password diverse per i vari servizi utilizzati
🔐Installare un software antivirus aggiornato sul pc di casa
🔐 Eseguire il backup dei propri file in cloud, su dispositivi esterni e in locale
🔐 Utilizzare password complesse e sistemi di autenticazione a due fattori, come l’autenticazione biometrica o la ricezione di codici OTP.
Oltre a queste misure di sicurezza, definite ad “alta intenzionalità”, alcuni comportamenti responsabili prevedono:
🔐 l’aggiornamento periodico di software e sistemi operativi sui device
🔐 la protezione della rete di casa, utilizzata anche per il lavoro da remoto, con un sistema di firewall
Queste misure di sicurezza richiedono un coinvolgimento sempre più attento da parte dell’utente, che deve quindi avere una consapevolezza maggiore in materia di prevenzione e tutela del rischio di minacce informatiche.
Secondo il report, la maggiore o minore applicazione di tali misure di sicurezza informatica dipende da due variabili sociodemografiche (a livello di scolarizzazione ed età anagrafica) e dalle misure definite ad alta intenzionalità, dalle quali emergono diversi profili di utenti:
📱ATTIVI
Impiegano dalle 4 alle 5 misure di sicurezza a più alta intenzionalità. Ne fanno parte in prevalenza uomini, tra i 18 e i 34 anni, con alto livello di istruzione, in gran parte occupati e inquadrati come impiegati (con una netta prevalenza di occupati dipendenti).
📱PROATTIVI
Sottogruppo degli attivi, impiegano tutte e cinque le misure di sicurezza ad alta intenzionalità in un’ottica di prevenzione del rischio. Il profilo si compone di giovani tra i 18 e i 34 anni (superiori al 40%), i laureati e gli individui laureati, occupati, in particolare inquadrati come dirigente o quadro.
📱ADEMPIENTI
Gli utenti adempienti adottano dalle due alle tre misure ad alta responsabilità, senza più discrepanze tra generi ed età; prevale tuttavia un livello di scolarizzazione medio-basso. A questo profilo appartengono soprattutto disoccupati e occupati dipendenti con mansioni esecutive.
📱INCONSAPEVOLI
Quest’ultimo gruppo è il meno popolato e include coloro che dimostrano una ridotta consapevolezza del rischio informatico e adottano al massimo una sola misura di sicurezza. Ne fanno parte il 21% delle donne e soprattutto quei segmenti di popolazione con una più elevata digital illiteracy: bassi livelli di istruzione, popolazione anziana e i classificati tra le non forze di lavoro.
Alla luce di questi dati, e considerando che più del 90% di tutti gli incidenti di sicurezza deriva da una qualche forma di errore umano, è importante soffermarsi su una maggiore cultura della sicurezza informatica in azienda, sensibilizzando i collaboratori sui rischi e le misure di prevenzione agli attacchi.
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